Pagina:Verri, Alessandro – Le notti romane, 1967 – BEIC 1958204.djvu/78

PARTE PRIMA


mano quando gli Ardeati e gli Aricini compromisero in lui una controversia fra loro di un campo nel confine, se agli uni o agli altri appartenesse. Perché la sentenza fu ch’egli non apparteneva ad altri che al Popolo Romano, il quale intrepido nella perfidia, immantenente lo occupò. Nel medesimo tempo avvenne che ardesse guerra fra i Campani ed i Sanniti. E benché questi fossero per solenni alleanze amici di Roma, ella nondimeno guidata in ogni tempo dalla sua ambizione, volse l’armi contro loro, perché richiesta da’ Campani a questo iniquo uffizio con piú utili condizioni. Ma poi Roma infedele ed agli uni ed agli altri, sottomise entrambi all’imperio suo.

Quindi giá s’inoltravano i formidabili nostri desideri alla estrema Italia, tentando noi di navigare, contro le convenzioni, nel golfo de’ Tarentini. Per lo che essi, giá dagli esempi altrui conoscendo quant’erano funesti i romani vessilli dove approdavano, chiesero il soccorso di Pirro. Quel gran monarca dell’Epiro ebbe cosí contrario il destino, in causa tanto onesta, che dopo generose prove, alfine oppresso da quello, sciolse dalla Italia. Ella con la partenza di lui rimase tutta soggetta a noi, declinando allora il quinto secolo di Roma. Erano pur fiorenti, valorosi e felici innanzi noi gran parte de’ popoli della Italia, siccome è dalle storie divolgato. Era l’Etruria antichissima regione, fra tutte illustre per le discipline, e grata per leggiadri costumi. Ella però depredata dalle nostre armi, rimase come scheletro sepolto nelle ruine, sulle quali suonò la fama nostra superbamente. Erano pur Capua, e Taranto, e Regio splendide colonie della Grecia, non solo cu Ite, anzi molli e celebrate per gli spettacoli e per la piacevole urbanitá loro. Ma il progresso delle romane vittorie distrusse le arti, gli agi ed ogni soavitá di costumi, dov’elle giunsero, e vi lasciarono un feroce disprezzo di ogni altra disciplina fuorché le stragi e la morte.

Soggiogata pertanto la Italia, giá l’avido Senato studiava pretesti co’ quali stendersi fuori di quella, ed immantenente li ritrovò. Certi guerrieri di ventura detti Mamertini sendosi introdotti in Messina come ospiti ed amici, l’aveano poi manomessa, saccheggiata, inondata di sangue, e quindi le donne, le sostanze