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PARTE PRIMA


placida larva rispose: — Quando le mutazioni degli Stati si potessero ottenere senza future calamitá pari o maggiori di quelle dalle quali nasce la molestia presente, io non avrei tralasciato di tentare le civili fortune. Per me non fu sparsa una stilla di sangue, il quale per te scorse a fiumi, ed indarno. Il mio esempio non fu, certo, fatale, anzi da pochi imitato; il tuo destò nel cuore de’ tiranni il timore delle insidie, amarissima fonte d’ogni loro atrocitá. —

Mentre quelli si trattenevano in tale ragionamento, io stimolato dalla curiositá mi avvicinai a Tullio, il quale attentamente ascoltava. Ed affinché mi rivolgesse i suoi pensieri, io secondo la umana consuetudine stesi la mano alla sua toga, procurando scuoterne una sottil piega lievemente. Ma nulla strinsi, e però supplii a quel cenno inefficace interrogandolo: — Chi è questi? — Egli rispose: — Pomponio Attico. — Ed io lieto soggiunsi: — Noi leggiamo le tue lettere a lui, ancora calde per quella tua onesta benevolenza verso la patria infelice, ancora vive e spiranti gli eccelsi e nobili pensieri. In esse, come in dipintura di espertissimo pennello, sono cosí figurati i molti vizi e le poche virtú de’ tempi tuoi, che la mente si trasporta in quelli. Noi, tardi posteri, con tale scorta potremmo non rozzamente favellare delle cose vostre a voi. — Tullio sentiva con diletto rammentarsi da me que’ volumi, e giá sembrava mosso a ragionarne come di gratissimo argomento, quando lo distolse un nuovo tumulto delle ombre, le quali si agitavano quasi foresta al vento. Stese pertanto la destra al petto mio, e con la manca si oppose alle concorrenti larve. Ed ecco si udiva da lungi fremere un confuso garrimento di parole dentro le estreme profonditá dello speco. Quindi crebbe la frequenza delle immagini piú che innanzi in calca densa e tumultuosa. Tremendo insieme e mirabile spettacolo vederle scuotersi come flutti nelle fondamenta dell’augusta patria loro! Ma come il turbine insulta gli abeti nelle rupi eccelse, poi calmato lambe i fiori nella valle, cosí quella perturbazione cessata in breve furono placidi gli spettri, ed un silenzio per l’aere soavemente si diffuse. Allora vidi cinque larve inoltrarsi con lento cammino. Volgeano alle turbe il marziale aspetto. Gli occhi fisi, le intrepide