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NOTTE I - COLLOQUIO VI


qui a cosí stolta calunnia, o la vostra di vivere in tal corruttela che gli oltraggi suoi giungessero fino a Cornelia. Io esposta in alto alla comune considerazione, splendea co’ belli costumi e con decorosa innocenza della vita. Erano i miei pensieri, per indole mia propria, espressi nella fronte, né vi fu in tanta baldanza di quella etá chi ardisse farmi palese cosí vile opinione. Si radunavano anzi intorno a me, fino agli anni estremi, e nella solitudine in cui li trapassai, i piú chiari cittadini, e per la benevolenza comune fui riputata Madre da ciascuno di voi. Ecco dileguate le cagioni di nascondere il vero: qui può ciascuno manifestare i vizi e le virtú della sua vita liberamente. Se avessi avuta alcuna partecipazione nella tua morte arcana, invece di qui negarla ne sarei beta, come di impresa utile alla nostra libertá. Non però con frode, non fra le tenebre mute avrebbe Cornelia operata alcuna illustre vendetta, ma al cospetto di voi, della terra, dell’universo. —

Quindi ella tacque, e mirava intorno altera se alcuno si movesse ad accusarla. Un silenzio riverente anzi manifestava la opinione della innocenza sua, finché tal voce proruppe: — O figliuola dell’Affricano, la tua virtú sorge al cielo quasi rupe, sotto alla quale freme invano la calunnia tempestosa! — Allora Lelio continuò: — Magnanima donna, quella benevolenza a voi tutti nota, la quale io ebbi in vita per questo splendore della patria nostra, mi fa ancora dolente della sua barbara morte. Or si rinnova nell’angoscioso pensiero la memoria di quell’evento crudele. Ma qui, dove non v’è utilitá alcuna di mentire, assai ti difenderebbe questa voce della moltitudine, se la tua sola non fosse per se medesima vittoriosa. —

Mentre eglino aveano cosí ragionato, sparve l’ombra di Caio quasi evitando quell’esperimento della veritá. La madre si attristò per quella fuga, e dimessa la sua nobile baldanza, guardava Tiberio con occhio mesto e sospettoso. Questi pure con l’umil fronte e col silenzio mostrava non bastare né la sua facondia, né la benevolenza fraterna a difendere la causa del contumace. Per la qual cosa il Dittatore alquanto sorrise, e volgendosi a Bruto ripigliò: — Vedi se tanta corruttela poteva nominarsi libertá! —