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PARTE PRIMA
— Tu favelli da tiranno qual fosti insidioso e lusinghiero.
Niuna meretrice fu mai cosí perita nel sedurre gli amanti come
te nell’indurre gli uomini in servitú. Mal ti vanti però avere conceduta
la vita a chi togliere non la dovevi. Questo è vizio speciale
della tirannide, il vantarsi benigna quando si astiene da qualche
ingiuria la quale sia in suo potere. Certo non è clemenza lasciare
in vita quelli che difendono la patria e la libertá degli avi: è
malvagitá combatterli, è delitto spegnerli. Forse non ritrovasti,
nel tuo ostile ingresso in questa cittá, le vie deserte, le abitazioni
vote, i consoli, il Senato, i patrizi, i sacerdoti, e tutti per fine i
migliori, concorsi presso Pompeo? Ivi pertanto era la patria
sincera, ed a te rimase in queste vie la timida plebe. Né per velare
il tuo misfatto conviene che tu ricorra alla pretesa necessitá di
imperio assoluto: perché ragioneresti come l’empirico, il quale
uccide l’infermo e poi declama ch’egli vivere non potea.
Narrasti con diligenza artificiosa le nostre civili perturbazioni affine di stenderti la via a quella, per te convenevole, conseguenza, che la sola podestá assoluta potea sedarle. Ma se Pompeo avea cosí la fortuna come la giustizia dalla sua parte, avresti veduto che la patria non era in quella disperata condizione. Egli terribile a’ nostri nemici, e per noi mansueto, splendido, e non mai fastoso di gloria, sempre moderato negli eventi piú felici, non bramava altra dignitá in patria che una libera fiducia nelle sue virtú sincere. Quanto i suoi trionfi lo innalzarono sopra ciascuno, tanto si compiacque di scendere alla eguaglianza comune. Egli sommesso agli ordini civili, sincero amatore della concordia, riverente al Senato, di niun’altra dignitá era piú lieto che di quella di cittadino. Tu invece di niun’altra cosa piú esultavi che di schernire quel ceto venerando, beffarti di ogni legge, e dichiarare la patria stolta. Perciò narrasti le atrocitá di Siila, e tali pur furono. Ma quegli almeno gettò la mannaia, o stanco o saziato, e disse: “ Eccomi a voi pari, e pronto a rendervi ragione di quanto sangue ho sparso ”. Il quale atto diffonde mirabile splendore su quelle atrocitá. Egli uccise molti cittadini, ma non la patria. Tu invece facesti e l’una e l’altra uccisione. Di niuna cosa però tanto mi maraviglio, quanto del tuo rimprovero ch’io ti abbia trafitto