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NOTTE I - COLLOQUIO I


vostra, il vano timore. Ma come sai tu quella indole ch’io ebbi, alla quale concedi cosí oneste lodi, che or pure ascoltandole ne provo un diletto lusinghiero? Perché fra tutti me anteponi, il quale mi stimai a molti inferiore? —

Ed io vie piú animato da quelle urbane richieste, alquanto sommesso risposi: — A cosí grand’animo qual è il tuo, non potea mancare la dolce virtú della verecondia, e però ne leggiamo continuamente le prove ne’ tuoi aurei volumi. Quindi ove tu intraprendi le discussioni della filosofia, quanto sei splendido nella facondia, e ricco di dottrine, tanto moderato ne’ giudizi lasci le sentenze sospese all’arbitrio degli uditori. E questa perplessitá nell’affermare parmi che presso voi illustri antenati fosse una consuetudine di molti, incominciando da Socrate, il quale confuse l’orgoglio di vane dottrine con perpetue interrogazioni. Rara però è questa ornai nel mondo, perocché ora molti con eloquenza impetuosa declamano sentenze mirabili per la audacia loro. —

Tullio, ciò udendo, proruppe sdegnato: — Misera ogni vostra scienza, mentre ella non è che una favilla quasi spenta, in paragone dell’oceano di splendore nel quale si spazia la intelligenza eterna! Quegli fra voi il quale empie di maraviglia il mondo con le sue dottrine, quegli che a voi sembra innalzarsi al cielo con la incredibile sublimitá del suo ingegno, è per noi spiriti sciolti dal servaggio delle membra una stupida mente quale per voi il piú insensato degli animali. E noi cosí puri dalla materia caduca altro non siamo che menti vili al paragone della Suprema. È pertanto un orgoglio compassionevole se alcuno fra voi si affidi alla sua vana sapienza. — Quindi egli tacque lasciando ch’io continuassi l’intrapreso ragionamento.

Ma io per manifestargli piú convenevolmente quanto a me fossero noti gli studi suoi, incominciai a declamare alcuni esordi de’ suoi scritti filosofici, e quindi alcune perorazioni delle sue aringhe, e successivamente, secondo la mia reminiscenza, vari periodi e sentenze delle opere sue diverse. Vidi maraviglioso spettacolo ma vero, mostrare dapprima lo spettro una straordinaria commozione nell’udirmi, e poi stillare lagrime dalle palpebre sulla toga. Io per la pietá di quelle, cessai di piú riferire le sue sentenze.