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NOTTE PRIMA
COLLOQUIO PRIMO
Ragionamenti preliminari con ombra fra tutte illustre; sua imagine, ed occasione per cui sono congregati gli spettri.
Quell’ombra incominciò a profferire con grave ed autorevole
tarditá una orazione. Stavano gli ascoltatori in diversi atti di
udienza maravigliosa, ed io cosí porgea l’orecchio, che tutta l’anima
era nell’udito. Al principio mi sembrò una favella straniera,
e fui mesto di non intenderne le voci; ma il ritorno poi delle medesime
desinenze e de’ suoni corrispondenti, ripercuotendo in giro
le orecchie mie, le fecero in breve consapevoli ch’ella era idioma
latino quantunque in altro modo, ch’ora non è, pronunziato. Anzi
fra poco io ne intesi le sentenze con mia estrema contentezza.
Ragionava pertanto della immensitá de’ cieli, ne’ quali sono dispersi
astri innumerevoli; mi sembrava anche descriverne la
grandezza e le distanze. Adombrava gli effetti maravigliosi della
cagione suprema ed eterna, e le opere sue nella incomprensibile
vastitá dell’universo. Ma si dolea non potere con parole convenienti
esaltare la scienza creatrice, non rimanendo anzi modo piú adequato
ad onorarla che una estrema e tacita ammirazione. Quindi
mi parve ch’egli narrasse alcune sue peregrinazioni celesti per le
sfere, quasi avesse contemplata diligentemente la struttura di
cosí augusto edilízio, trapassando poi a discorrere delle sostanze
intelligenti, e quanto in loro paragone sia vile ogni materia, talché
riputava la sua vita mortale, quando l’ingegno era involto