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PARTE PRIMA
non sua, senza utilitá dell’esempio, per solo sfogo di ferocia
plebea. —
A tali novelle Tullio avvolse al petto la toga e mostrò nel volto la tristezza di ascoltarle. — Io mi dolgo, — disse a Bruto, — che l’amicizia nostra abbia in te prevalso all’amore della patria, onde ricusasti la pubblica vendetta, e concedesti la privata. Era pur quel Caio, al pari di questo suo fratello, dichiarato da’ Conscritti nemico di Roma, e però lo spegnerlo era diritto di pubblica difesa. A me dunque sagrifícasti quella vittima che era dovuta solo alla salvezza comune. — Rispose Bruto con severa lentezza: — Certo che il percuotere le fronti alla patria funeste è impresa illustre, anzi deliziosa per una mente libera ed un cuore sincero. Io mi dolgo pertanto di avere sofferto che Antonio rimanesse dopo il fausto giorno degli Idi di Marzo. Avvegnaché col Dittatore cadde il tronco della tirannide, ma in Antonio rimase la radice, la quale in piú superba pianta rigermogliò. Pure non fu soddisfazione privata la morte di Caio, ma pubblica, o Tullio sempre modesto nelle sentenze tue. Perché quel giorno, in cui la patria ti perdé, ella fu senza padre: quindi un di lei vero figliuolo dovea in tanto danno soddisfarla con pronta vendetta. Io diedi quella che il tempo concedea; l’avrei data maggiore, se la fortuna era giusta. —
Quindi volgendo la fronte a’ triunviri che lo miravano torvi, intrepido soggiunse: — Non piú garrite, o coppia di tiranni, qual sia di voi piú atroce. Siate pur concordi in tale sentenza, che nella ferocia non avete chi vi pareggi fuorché voi. Per la qual cosa mal ti vanti, o Ottaviano, di aver difeso Tullio per due giorni. Lo cedesti al terzo. Oh docile protettore d’inestimabile vita! Se ne conoscevi il pregio, non l’avresti abbandonata che al prezzo della tua. Ma subitamente si palesò il funesto arcano di quella concordia. Perocché al terzo giorno, conciliate le crudeli brame di ciascuno di voi, Antonio cedette la testa di Lucio fratello di sua madre, Lepido quella di Paolo suo proprio fratello, in cambio di quella di Tullio da te finalmente conceduta. Lo stile tinto nel sangue scrisse l’orrendo contratto delle vite piú sacre. Quindi, a confermare quella alleanza di misfatti, ben rammenti.