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PARTE PRIMA
tenze, non per altro rispetto che per le dissimili condizioni di
ciascuno. — Marco Bruto, secondo l’antica benevolenza verso
Tullio, rispose: — Tu mi fai di nuovo sentire la calma di que’
ragionamenti che nella vita nostra solevano spesso temperare
le cure. La mente si spaziava nel pelago delle umane opinioni.
Senza sdegno erano le discordie, senza orgoglio le sentenze, i giudizi
moderati, cortesi le parole. Oh unica dolcezza il conversare in ozi
tranquilli con gl’intelletti che fanno consonanza ad alti pensieri! —
Cosí dicendo stendea le braccia a Tullio, che pure a lui porgea le
sue. Ma come due nubi spinte da vento opposto si confondono in
una, cosí quelle immagini si mescolavano in lotta affettuosa.
La mente mia fra tanto era fisa a quelle due celebrate donne, Lucrezia e Virginia, ambedue cagioni per ben due volte della romana libertá. Io considerava che quel popolo il quale avea tollerate, con incredibile pazienza, le oppressioni prima de’ suoi re, e poi de’ tristi decemviri, solo non avea sofferte le violenze al sesso leggiadro. La oltraggiata bellezza del quale parea che inducesse ne’ petti una estrema e ruinosa disperazione. Le stragi, i tradimenti, le atrocitá, qualunque altra piú malvagia operazione, s’era pur veduta sopportarsi con viltá ignominiosa e simile a stupidezza di giumenti. Solo per le afflitte donne si commovea formidabile senso di vendetta comune. Quindi paragonando nel mio pensiero que’ casi, considerai che l’una era celebrata da’ suoi per la morte spontanea, e l’altra avea lasciata questa fama al padre suo. Quella però a questa era inferiore nella integritá de’ costumi, perché soggiacque nel cimento, e questa lo prevenne. Pure Virginia non sembra che una colomba svenata in sagriti zio, la quale non deliberata a questo, non altro vide, non altro intese, fuorch’ella trafitta dalle paterne mani spirava fra quelle. Desta pietá costei, e terrore il padre suo. Ma Lucrezia eccitando prima i suoi alla vendetta, e poscia innanzi loro, quasi terribile patto di quella, spargendo il sangue suo, commove a flebile ammirazione. Perocché l’uccidere la figliuola innocente ha sempre del barbaro, e se pur Virginio volea tentare qualche sublime opera, potea lanciarsi contro Appio medesimo, superbo della sua dignitá, e gettarlo trafitto dallo splendido seggio. Il quale proponimento