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capitolo iv. 91

erano buone, i perni saldi, i contrappesi esattamente equilibrati; ascoltò perfino le campane delle sonerie col raccoglimento d’un medico che interroghi il petto d’un ammalato. Nulla indicava adunque che codesti orologi fossero alla vigilia d’essere colpiti d’inerzia; Geranda ed Aubert accompagnavano soventi il vecchio orologiaio in queste visite. Costui avrebbe dovuto rallegrarsi vedendoli premurosi di seguirlo, e certo non sarebbe stato tanto inquieto della prossima fine se avesse pensato che la sua esistenza doveva continuarsi con quella delle care creature, se avesse compreso che nei figli rimane sempre qualche cosa della vita d’un padre.

Il vecchio orologiaio, rientrato in casa, ripigliava i lavori con febbrile assiduità; benchè persuaso di non riuscire, gli pareva impossibile che ciò fosse, e montava e smontava di continuo gli orologi che gli si portavano all’officina.

Aubert, dal canto suo, si ingegnava invano di scoprire la causa di quel male.

«Maestro, diceva egli, ciò non può dipendere da altro se non dal consumo dei perni e degli ingranaggi.

— Ci trovi dunque gusto ad uccidermi a fuoco lento? gli rispondeva con impeto mastro Zaccaria, forse che questi orologi sono opera d’un fanciullo? Forse che per timore di picchiarmi sulle dita, io ho fatto al torno la superficie di questi pezzi d’ottone? Forse che per ottenere una maggior durezza non li ho fucinati io stesso? Forse che queste molle non sono temprate con rara perfezione? E si possono forse adoperare olii più fini per impregnarli? Convieni tu stesso che è impossibile, e confessa una buona volta che c’è il diavolo di mezzo.

Da mattina a sera gli avventori malcontenti affluivano sempre più e pervenivano fino innanzi al vecchio orologiaio, il quale non sapeva a chi dar retta.

«Questo orologio ritarda senza che io possa riuscire a regolarlo, diceva uno.

— Questo, soggiungeva un altro, ci mette una vera cocciutaggine; si è fermato nè più nè meno del sole di Giosuè.

— Se è vero, ripetevano i più, che la vostra salute influisce su quella de’ vostri orologi, mastro Zaccaria, guarite presto.