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84 mastro zaccaria.


Era uso fin d’allora di esporre le opere dei maestri al giudizio del pubblico. I capi delle diverse maestranze cercavano di segnalarsi per la novità o per la perfezione dei loro lavori e fu fra costoro che lo stato di mastro Zaccaria incontrò la più chiassosa pietà, ma una pietà interessata. I suoi rivali lo compiangevano tanto più volontieri quanto meno lo temevano. Rammentavano sempre i trionfi del vecchio orologiaio quando egli esponeva i magnifici orologi a figurine mobili ed a sonerie, che formavano l’ammirazione generale ed acquistavano prezzi tanto elevati nelle città di Francia, Svizzera e Germania.

Nondimeno, grazie alle cure costanti di Geranda e di Aubert, la salute di mastro Zaccaria parve rassodarsi un poco, e nella quietudine lasciatagli durante. la convalescenza, riuscì a staccarsi dai pensieri che lo assorbivano. Non appena potè camminare, la figliuola lo trasse fuor di casa, dove affluivano di continuo gli avventori malcontenti. Quanto ad Aubert, egli se ne stava nell’officina montando e rimontando inutilmente gli orologi ribelli, ed il povero giovinotto, non comprendendoci più nulla, si pigliava talvolta la testa fra le mani per paura di impazzire come il suo maestro.

Geranda dirigeva allora i passi del padre verso le più ridenti passeggiate della città; a volte sorreggendo il braccio di mastro Zaccaria, essa andava dalla parte di S. Antonio, d’onde la vista si stende sul poggio di Cologny e sul lago; a volte nelle belle mattine, si potevano vedere i giganteschi picchi del monte Buet ergersi all’orizzonte. Geranda dava il loro nome a tutti quei luoghi quasi dimenticati dal babbo, la cui memoria pareva sviata, e costui provava un piacere fanciullesco apprendendo tutte quelle cose, la cui ricordanza si era smarrita. Mastro Zaccaria si appoggiava alla figliuola e le due capigliature, la bianca e la bionda, si confondevano nel medesimo raggio di sole.

Così avvenne che il vecchio orologiaio si avvide finalmente di non essere solo in questo mondo. Vedendo la figliuola giovane e bella e sè stesso vecchio e sfinito, pensò che dopo la