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62 un capriccio del dottor ox.

scevano da un pezzo la longanimità dei Quiquendonesi e si facevan beffe di essi, dei loro reclami, dei loro casus belli e del loro ultimatum.

Non v’era più che una cosa a fare! riferirsene alla sorte delle armi, invocare il Dio delle battaglie e, secondo il sistema prussiano, gettarsi sui Virgamenesi prima che fossero assolutamente pronti. Gli è ciò che decise il Consiglio in un’adunanza solenne, in cui le grida, i gesti minacciosi si incrociarono con una violenza senza esempio. Un’assemblea di pazzi, una riunione di invasati, un circolo di demoniaci non sarebbe stato più tumultuoso.

Non appena fu nota la dichiarazione di guerra, il generale Giovanni Orbideck raccolse il suo esercito, vale a dire 2,393 combattenti sopra una popolazione di 2,393 anime. Le donne, i fanciulli, i vecchi si erano uniti agli uomini robusti. Ogni oggetto tagliente e contundente era divenuto un’arme. I fucili della città erano stati messi in requisizione. Se n’erano scoperti cinque, due dei quali senza cane, ed erano stati distribuiti all’avanguardia. L’artiglieria si componeva della vecchia colubrina del castello, presa nel 1379 nell’attacco del Quesnoi, una delle prime bocche da fuoco di cui sia fatta menzione nella storia e che da cinque secoli non era stata sparata. D’altra parte non si avevano proiettili per caricarla, fortunatamente per gli artiglieri a cui era affidata; ma tal qual’era codesta macchina poteva ancora intimorire il nemico. Quanto alle armi bianche, erano state raccolte nel museo di antichità: accette di silice, mazze ferrate, azze, framee, lancie, partigiane, draghignasse, ecc., ed anche in quegli arsenali privati, conosciuti generalmente col nome di dispense e di cucine. Ma il coraggio, il buon diritto, l’odio dello straniero, il desiderio della vendetta doveano far le veci dei congegni più perfezionati e sostituire, così almeno si sperava, le mitragliatrici moderne ed i cannoni a retrocarica.

Fu fatta una rivista, non un cittadino mancò all’appello. Il generale Orbideck, poco saldo sul suo cavallo che era un animale malizioso, cadde tre volte innanzi all’armata, ma si ri-