Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
CAPITOLO XVIII.
— Pover’uomo! disse Harbert, il quale, slanciandosi verso l’uscio, tornò dopo aver visto Ayrton scivolare per la corda dell’ascensore e sparire in mezzo all’oscurità.
— Tornerà, disse Cyrus Smith.
— Vediamo, signor Cyrus Smith! esclamò Pencroff. Che vuol dir ciò? Se non è Ayrton che ha gettato la bottiglia in mare, chi è?
Certo se vi era osservazione che doveva esser fatta, era questa.
— È lui, rispose Nab solamente, il disgraziato sarà stato mezzo pazzo.
— Sì, disse Harbert, e non avrà avuto coscienza di quanto faceva.
— La cosa non può spiegarsi altrimenti, amici miei, rispose vivamente Cyrus Smith, e comprendo ora come Ayrton abbia potuto indicare esattamente la situazione dell’isola Tabor, postochè gli avvenimenti che avevano preceduto il suo abbandono nell’isola gliela facevano conoscere.
— Pure, fece osservare Pencroff, se non era un bruto al momento in cui scrisse il suo documento, e se sono ormai sette anni che lo ha gettato in mare, come mai la carta non fu alterata dall’umidità!
— Ciò prova che Ayrton non è stato privato di intelligenza se non in un tempo molto più recente di quello che egli crede.