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il quale la lesse, e spiegò subito la vela; ma pensate il dispetto e la collera di Ayrton quando il domani egli apprese che il secondo conduceva la nave non già alla costa est dell’Australia, alla baja di Twofold, ma bensì alla costa est della Nuova Zelanda. Volle opporsi. Tom Austin gli mostrò la lettera. Ed infatti, per un errore provvidenziale del geografo francese, la costa est della Nuova Zelanda era designata come luogo di destinazione.

«Tutti i disegni di Ayrton crollavano. Volle ribellarsi; venne chiuso. Fu egli dunque tratto sulla costa della Nuova Zelanda, non sapendo più che sarebbe dei suoi complici e di lorò Glenarvan.

«Il Duncan stette in crociera sulla costa fino al 3 marzo. In quel giorno Ayrton intese degli spari. Erano i cannoni del Duncan che facevano fuoco, e poco dopo lord Glenarvan ed il suo equipaggio giungevano al porto. Ecco che cosa era accaduto.

«Dopo mille stenti, mille pericoli, lord Glenarvan aveva potuto compiere il suo viaggio ed arrivare alla costa est dell’Australia, sulla baja Twofold. Il Duncan non vi era! Telegrafò à Melbourne; gli fu risposto: «Duncan partito dal 18 corrente per destinazione ignota.»

«Lord Glenarvan non potè più pensare se non una cosa, cioè che l’onesto yacht fosse caduto nelle mani di Ben Joyce, e che il Duncan fosse divenuto una nave di pirati.

«Pure egli non volle abbandonare la partita. Era uomo intrepido e generoso. S’imbarcò sopra una nave mercantile, si fece condurre alla costa ovest della Nuova Zelanda; la traversò sul trentasettesimo parallelo, senza incontrare alcuna traccia del capitano Grant; ma nell’altra costa, con sua gran maraviglia e per volere del Cielo, ritrovò il Duncan, che sotto gli ordini del secondo aspettava da cinque settimane.