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Quale spettacolo, codesto combattimento tra l’acqua ed il fuoco! E quale penna potrà descrivere quella scena d’un orrore meraviglioso? Qual pennello dipingerla?

L’acqua fischiava evaporandosi al contatto delle lave ribollenti. I vapori spinti nell’aria turbinavano ad incomparabile altezza, come se le valvole d’un’immensa caldaja fossero state aperte ad un tratto. Ma per quanto grande fosse la massa d’acqua contenuta nel lago, doveva finire coll’essere assorbita, poichè non si rinnovava, mentre il torrente, alimentandosi ad una inestinguibile scaturigine, svolgeva di continuo nuovi flutti di materia infuocata. Le prime lave che caddero nel lago si solidificarono e si accumularono in guisa da emergere poco dopo. Alla superficie scivolarono altre lave, che divennero pietre alla lor volta, ma spingendosi verso il centro.

Si formò a questo modo uno scogliere che minacciò di colmare il lago, il quale non poteva straripare, perchè il soverchio delle sue acque si spandeva in vapori. Fischi e stridi fendevano l’aria con assordante rumore, ed i vapori, trascinati dal vento, ricadevano in pioggia sul mare. La scogliera si allungava ed i massi di lava, solidificati, s’ammucchiavano gli uni sugli altri; colà dove si stendevano una volta acque tranquille, appariva un cumulo enorme di roccie fumanti, come se un sollevamento del suolo avesse fatto sorgere migliaja di scogli.

S’immaginino queste acque messe sossopra durante un uragano, poi ad un tratto solidificate da un freddo di venti gradi, e si avrà l’aspetto del lago tre ore dopo che l’irresistibile torrente vi aveva fatta invasione. Questa volta l’acqua doveva esser vinta dal fuoco. Pure fu una circostanza fortunata per i coloni che il crescere delle lave si fosse diretto verso il lago Grant, poichè avevano almeno qualche giorno di tregua.

L’altipiano di Lunga Vista, il Palazzo di Granito