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mente opache e massicce; scorie in istato di polvere, come a dire pozzolana polverizzata e ceneri bigie fine come la polvere più minuta, stavano sospese in mezzo alle loro grosse volute. Codeste ceneri sono tanto tenui, che furono viste star in aria per mesi intieri. Dopo l’eruzione del 1783 in Islanda, per oltre un anno l’atmosfera fu sì carica di polvere vulcanica, che a stento lasciava passare i raggi del sole.

Ma più spesso codeste materie polverizzate ricadono, come avvenne in quest’occasione. Cyrus Smith ed Ayrton erano appena giunti al ricinto, quando cadde una specie di neve nerastra simile a leggera polvere da caccia, e mutò in un istante l’aspetto del suolo. Alberi, praterie, tutto sparve sotto uno strato grosso molti pollici, Ma per gran ventura il vento soffiava da nord-est e la maggior parte della nuvola andò a disperdersi verso il mare.

— È singolare, signor Smith, disse Ayrton.

— È grave! rispose l’ingegnere. Questa pozzolana, queste pietre pomici polverizzate, tutto questo polverío minerale, in una parola, dimostra quanto sia profondo il turbamento negli strati inferiori del vulcano.

— Ma non c’è nulla a fare?

— Nulla, tranne rendersi conto dei progressi dei fenomeno. Pensate voi, Ayrton, alle cure da dare al ricinto. Frattanto io risalirò fino al di là delle sorgenti del rivo Rosso, ed esaminerò lo stato del vulcano nel suo pendío settentrionale. Poi....

— Poi, signor Smith?

— Poi farò una visita alla cripta Dakkar... voglio vedere... insomma tornerò a prendervi fra due ore.

Ayrton entrò allora nel cortile del ricinto, ed aspettando il ritorno dell’ingegnere si occupò dei mufloni e delle capre, che sembravano provare un certo malessere in causa di quei primi sintomi dell’eruzione.

Frattanto Cyrus Smith, essendosi avventurato sulla cresta dei contrafforti dell’est, fece il giro del rivo