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Il reporter si precipitò verso l’orangotano. Evidentemente se Nab aveva qualche cosa da far conoscere al suo padrone, non poteva adoperare un più sicuro messaggero, il quale potesse passare in quei luoghi dove i coloni non avrebbero potuto essi stessi. Cyrus Smith non s’era sbagliato: dal collo di Jup pendeva un sacchetto, e nel sacchetto si trovava un biglietto tracciato di mano di Nab.

Si giudichi della disperazione dei coloni quando lessero queste parole:

“Venerdi, 6 antimeridiane,

“Altipiano invaso dai deportati.

Nab.”


Rientrarono in casa. Che dovevano fare? L’altipiano invaso dai deportati, voleva dire il disastro, la rovina.

Quando Harbert vide rientrare i coloni, e vide Jup, temette che la situazione fosse pericolosa.

— Signor Cyrus, disse, voglio partire, io posso sopportare il viaggio, voglio partire!

Gedeone Spilett s’accostò ad Harbert e, dopo averlo guardato, disse:

— E sia pure, partiamo.

Non si stette molto a deliberare se si dovesse condurre Harbert in barella o nel carro che era stato portato da Ayrton. La barella avrebbe avuto movimenti più dolci per il ferito, ma rendeva necessarî due portatori, e toglieva così due fucili alla difesa in caso d’assalto per via. Non conveniva invece, pigliando il carro, lasciare tutte le braccia disponibili? Era egli possibile collocare il materasso sul quale riposava Harbert, ed avanzare tanto lenti da impedire qualsiasi urto?

Sì, che si poteva. Fu condotto il carro, e Cyrus Smith vi aggiogò l’onagga. Pencroff ed il reporter