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alcun tentativo di sbarco, e dopo le ultime schioppettate contro Ayrton, non uno sparo e nemmeno un piccolo rumore aveva più svelato la presenza del brik. S’avrebbe potuto credere che avesse levato l’áncora, pensando d’aver da fare con avversarî troppo forti, e che si fosse allontanato da quei paraggi.

Ma così non era, e quando spuntò l’alba i coloni poterono intravedere nelle nebbie del mattino una massa confusa. Era lo Speedy.

— Ecco, amici miei, disse allora l’ingegnere, le disposizioni che mi sembra conveniente prendere prima che la nebbia non sia del tutto diradata. Essa ci nasconde agli occhi dei pirati e noi potremo agire senza svegliare la loro attenzione. Ciò che più importa è di lasciar credere ai deportati che gli abitanti dell’isola siano in gran numero, e perciò capaci di resistere. Io vi propongo adunque di dividerci in tre gruppi, che si apposteranno il primo ai Camini, il secondo alla foce della Grazia; quanto al terzo, credo che sia bene collocarlo sull’isolotto per impedire o ritardare almeno ogni tentativo di sbarco. Noi abbiamo due carabine e quattro fucili, saremo dunque bene armati, e siccome non ci manca nè la polvere, nè le palle, non risparmiate i colpi. Nulla abbiamo a temere dai fucili o dai cannoni del brik. Che potrebbero essi fare contro queste roccie! E siccome non faremo fuoco dalle finestre del Palazzo di Granito, ai pirati non verrà in mente di mandare là degli obici che potrebbero cagionare danni irreparabili. Ciò che è da temersi è la necessità di venire alle mani, poichè i deportati hanno il vantaggio del numero. Bisogna dunque opporci a qualunque sbarco. Non facciamo risparmio di munizioni; tiriamo spesso e giusto. Ciascuno di noi ha otto o dieci nemici da uccidere e bisogna che uccida.

Cyrus Smith aveva delineato nettamente la situazione con voce pacata, come se si fosse trattato di