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sappia che in quel Bob Harvey egli aveva riconosciuto uno dei suoi antichi compagni d’Australia, un audace marinajo che aveva ripreso la continuazione dei suoi disegni criminosi. Bob Harvey s’era impadronito sui paraggi dell’isola Norfolk di quel brik, che era carico di strumenti, armi, munizioni e oggetti d’ogni sorta, destinati ad una delle isole Sandwich. Tutti i suoi compagni erano passati a bordo e, pirati dopo essere stati deportati, quei miserabili scorrevano il Pacifico distruggendo le navi, trucidando gli equi paggi, più feroci degli stessi Malesi.

I deportati parlavano a voce alta, raccontando le loro prodezze, cioncando a dismisura, ed Ayrton potè comprendere che l’equipaggio presente dello Speedy si componeva unicamente di prigionieri inglesi sfuggiti da Norfolk.

Or ecco che cosa è Norfolk.

A 20° 2’ di latitudine sud, 145° 42’ di longitudine est, nell’est dell’Australia trovasi un’isoletta di sei leghe di circuito che il monte Pitt domina ad un’altezza di mille piedi sul livello del mare. È l’isola Norfolk divenuta sede d’uno stabilimento, in cui sono i più incorreggibili condannati dei penitenziari inglesi. Sono cinquecento, soggetti ad una disciplina di ferro, oppressi da pene orribili, vigilati da 150 soldati e 150 impiegati, sotto gli ordini d’un governatore. Sarebbe difficile immaginare una peggior riunione di scellerati. Talvolta — sebbene ciò accada di raro — malgrado l’attenta sorveglianza, molti riescono a fuggire, impadronendosi delle navi che sorprendono, e scorrono di poi gli arcipelaghi polinesiani.

Così avevano fatto quel Bob Harvey ed i suoi compagni, così già aveva voluto fare Ayrton. Bob Harvey si era impadronito del brik lo Speedy ancorato in vista dell’isola Norfolk, l’equipaggio era stato trucidato, e da un anno quella nave, divenuta bastimento