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Gedeone Spilett e Pencroff non potevano star fermi; Harbert provava invece più curiosità che inquietudine; il solo Nab conservava la sua placidezza consueta: il suo paese non era forse là dove era il suo padrone? Quanto all’ingegnere, se ne stava assorto nei proprî pensieri, ed in fondo temeva più che non desiderasse l’arrivo della nave.

Frattanto il bastimento s’era avvicinato un poco all’isola e coll’aiuto del cannocchiale era possibile riconoscere ch’era una nave di lungo corso, non già uno di quei praos malesi di cui sogliono servirsi i pirati del Pacifico. Era dunque permesso di credere che le apprensioni dell’ingegnere fossero fallaci e che la presenza del bastimento nelle acque dell’isola Lincoli non minacciasse alcun pericolo. Pencroff, dopo minuzioso esame, credette di poter affermare che quella nave era attrezzata da brik, che correva obliquamente alla costa colle mure a tribordo e colle basse vele, le vele di gabbia e di pappafico; il che fu confermato da Ayrton; ma continuando quell’andatura doveva presto sparire dietro la punta del capo Artiglio e per osservarla doveva essere necessario andare sulle alture della baja di Washington, presso il porto Pallone; spiacevole cosa, poichè erano già le cinque di sera e il crepuscolo non doveva tardare a rendere impossibile qualsiasi osservazione.

— Che faremo noi quando sia giunta la notte? domandò Gedeone Spilett; accenderemo un fuoco per segnalare la nostra presenza sulla costa?

Grave quesito, eppure, per quanti dubbi conservasse l’ingegnere, fu sciolto affermativamente. Nella notte la nave poteva sparire, allontanarsi per sempre; e scomparsa quella, quando mai un’altra sarebbe tornata nelle acque dell’isola Lincoln? e chi poteva prevedere l’avvenire?

— Sì, disse il reporter, noi dobbiamo far conoscere a quel bastimento, qualunque esso sia, che l’isola è