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di grosse nuvole, ed una stella, in ogni caso, non sarebbe stata così bassa sull’orizzonte. Ma il signor Spilett l’ha visto al par di noi, e può confermare le nostre asserzioni.

— Aggiungerò che quel fuoco era vivissimo, disse il reporter, e gettava come una zona elettrica.

— Sì, sì, perfettamente! rispose Harbert, ed era senza dubbio sulle alture del Palazzo di Granito.

— Ebbene, amici miei, rispose Cyrus Smith, nella notte dal 19 al 20 ottobre, nè Nab nè io non abbiamo acceso alcun fuoco sulla costa.

— Non avete!... esclamd Pencroff al colmo dello stupore, senza poter compiere la frase.

— Non abbiamo lasciato il Palazzo di Granito, rispose Cyrus Smith, e se si è mostrato un fuoco sulla costa, è un’altra mano che lo ha acceso.

Pencroff, Harbert e Nab erano stupefatti. Non era possibile alcuna illusione, essi avevano visto veramente un fuoco nella notte dal 19 al 20 ottobre.

Sì, ne dovettero convenire, vi era un mistero! Un’influenza inesplicabile, evidentemente favorevole ai coloni, ma che eccitava la loro curiosità, si faceva sentire nell’isola Lincoln. Vi era dunque qualche essere celato? Bisognava saperlo ad ogni costo.

Cyrus Smith ricordò pure ai compagni la singolare attitudine di Top e di Jup, quando si accostavano all’orifizio del pozzo, che metteva in comunicazione il Palazzo di Granito col mare, e disse loro che aveva esplorato il pozzo, senza trovarvi nulla di sospetto. La conclusione fu la determinazione, presa da tutti i membri della colonia, di frugare intieramente l’isola appena fosse tornata la bella stagione. Ma da quel giorno Pencroff parve impensierito. L’isola, di cui egli faceva la sua proprietà personale, gli parve non appartenergli più e che dovesse dividerla con un altro padrone a cui per amore o per forza si sentiva sommesso. Egli e Nab parlarono di codesti avveni-