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— Vedete, disse Pencroff, i nostri vascelli corazzati possono venir qui; non si arreneranno.

— Infatti, disse Cyrus Smith, è un vero abisso questo golfo; ma tenendo conto dell’origine plutonica dell’isola, non è da stupire che nel fondo del mare vi siano simili avvallamenti.

— Si direbbe anche, fece osservare Harbert, che queste muraglie sieno state tagliate a picco, e credo che al loro piede, anche con uno scandaglio cinque o sei volte più lungo, Pencroff non troverebbe fondo.

— Tutto va bene, disse allora il reporter, ma farò notare a Pencroff, che manca una cosa importante alla sua rada.

— Quale, signor Spilett?

— Uno scavo qualunque che dia accesso all’interno dell’isola. Non vedo un punto sul quale si possa mettere piede.

Ed infatti le lave alte e scoscese non offrivano in tutto il perimetro del golfo alcun punto propizio ad uno sbarco. Era una costiera insuperabile, che ricordava, con maggiore aridità, i fiordi della Norvegia.

Il Bonaventura, rasentando quelle alte muraglie fino a toccarle, non trovò nemmeno una sporgenza che potesse permettere ai passeggieri di lasciare il bordo.

Pencroff si consolò dicendo che con una mina si potrebbe sventrare la muraglia quando fosse necessario, e poichè non vi era proprio nulla da fare in quel golfo, egli diresse il battello verso la gola e ne uscì verso le due pomeridiane.

— Ouf! fece Nab, mandando un sospiro di soddisfazione.

Si avrebbe detto veramente che il bravo negro si sentisse a disagio in quella mascella enorme.

Dal capo Mandibola alla foce della Grazia non si contavano più d’otto miglia. Fu dunque volta la prua verso il Palazzo di Granito, ed il Bonaventura, a