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ingegnere compiacente che ci accenda un fuoco per condurci al porto.
— To’! è vero, caro Cyrus, disse Gedeone Spilett, e non ve ne abbiamo mai ringraziato; e sì che senza quel fuoco non avremmo mai potuto giungere a...!
— Un fuoco? domandò Cyrus Smith, maravigliato delle parole del reporter.
— Vogliamo dire, signor Cyrus, che siamo stati in grande imbarazzo a bordo del Bonaventura nelle ultime ore che hanno preceduto il nostro ritorno, e che saremmo stati sottovento dell’isola senza la precauzione che voi avete preso di accendere un fuoco sull’altipiano nella notte dal 19 al 20 ottobre.
— Sì, sì, è stata proprio una felice idea, disse l’ingegnere.
— E questa volta, aggiunse il marinajo, se pure non ne viene il pensiero ad Ayrton, non ci sarà nessuno per renderci questo piccolo servigio.
— No, nessuno, rispose Cyrus Smith.
Ed alcuni istanti dopo, trovandosi a prua del battello col reporter, l’ingegnere gli diceva all’orecchio:
— Se vi è una cosa certa in questo mondo, caro Spilett, è che io non ho mai acceso alcun fuoco nella notte dal 19 al 20 ottobre, nè sull’altipiano del Palazzo di Granito, nè in alcun’altra parte dell’isola!