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golarmente; pullulavano gli ospiti nel cortile e si viveva del soverchio, perchè diventava urgente ridurne la cifra ad un numero più moderato; i porci avevano già fatto i piccini, e si comprende che le cure da dare a questi animali assorbissero gran parte del tempo di Nab e di Pencroff.

Gli onaggas, che avevano date due belle bestiole, erano, il più spesso montati da Gedeone Spilett e da Harbert; il qual ultimo si era fatto un eccellente cavaliero sotto la direzione del reporter. Spesso pure venivano aggiogati al carro, sia per trasportare al Palazzo di Granito la legna ed il carbone, ovvero i diversi prodotti minerali che l’ingegnere adoperava.

Verso questo tempo furono fatte molte ricognizioni nelle profondità delle foreste del Far-West.

Gli esploratori potevano avventurarvisi senza aver da temere gli eccessi della temperatura, perchè i raggi solari penetravano a stento attraverso il fitto dei rami che s’intrecciavano sopra il loro capo. Visitarono così tutta la riva mancina della Grazia.

Ma, in tali escursioni, i coloni ebbero cura di essere bene armati, giacchè incontravano spesso certi cinghiali selvatici e ferocissimi, contro cui bisognava lottare sul serio. Fu pure fatta, durante questa stagione, una guerra terribile agli jaguari, a cui Gedeone Spilett portava un odio speciale, secondato in ciò dal suo allievo Harbert.

Armati com’erano, non temevano essi l’incontro d’alcuna di queste belve. L’ardimento di Harbert era straordinario e la freddezza del reporter maravigliosa.

Già una ventina di magnifiche pelli adornavano la gran sala del Palazzo di Granito, e se la cosa continuava, la razza degli jaguari doveva essere presto spenta nell’isola; e a ciò miravano appunto i cacciatori.

L’ingegnere prese parte qualche volta a varie ricognizioni, che furono fatte nelle parti incognite del-