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le scimmie ci crederanno partiti e si lasceranno vedere un’altra volta. Spilett ed Harbert si mettano in imboscata dietro le roccie e fuoco su quanti si mostreranno.

Gli ordini dell’ingegnere furono eseguiti, ed intanto che il reporter ed il giovinetto, i due più abili tiratori della colonia, si appostavano a tiro delle loro carabine, ma in guisa da rimaner nascosti alle scimmie, Nab, Pencroff e Cyrus Smith si arrampicarono sul poggio e se n’andarono alla foresta per ammazzare qualche selvaggina, essendo venuta l’ora della colazione e non rimanendo loro più nulla in fatto di viveri.

In capo ad una mezz’ora, i cacciatori tornarono con alcuni colombi, che vennero fatti arrostire alla meglio. Nessuna scimmia si era mostrata. Gedeone Spilett ed Harbert andarono a pigliar la loro parte della colazione, nel mentre Top faceva la guardia sotto le finestre, e come ebbero mangiato, tornarono al loro posto.

Due ore più tardi la situazione non si era per anco mutata. I quadrumani non davano più alcun segno d’esistenza, tanto da far quasi credere che fossero scomparsi; ma pareva più probabile che, atterriti dalla morte di uno d’essi, spaventati dagli spari delle armi, se ne stessero accoccolati in fondo alle camere del Palazzo di Granito od anche nel magazzino; e pensando alle ricchezze che codesto magazzino conteneva, la pazienza, cotanto raccomandata dall’ingegnere, degenerava in collera violenta, e, a dir vero, non punto irragionevole.

— Assolutamente è una stupida condizione, disse il reporter, e non vi ha speranza di vederla finita.

— Bisogna pure far sloggiare quei mariuoli! esclamò Pencroff, e vi riusciremo, fossero anche una ventina.

— Ma bisogna lottare corpo a corpo! Vediamo! non vi è alcun mezzo per arrivare fino ad essi?