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più guardare l’ispettore di polizia. Phileas Fogg un ladro! lui, il salvatore di Auda! l’uomo generoso e tutto coraggio! Eppure quanti sospetti sorti contro di lui! Gambalesta tentava di scacciare i sospetti che si ficcavano nella sua mente. Egli non voleva credere alla colpabilità del suo padrone.

«Insomma che volete da me? diss’egli all’agente di polizia, contenendosi con un supremo sforzo.

— Ecco, rispose Fix. Ho seguito il signor Fogg sin qui; ma non ho ancora ricevuto il mandato d’arresto. È mestieri dunque che mi aiutiate a trattenere a Hong-Kong....

— Io! aiutarvi a....

— Ed io divido con voi il premio di duemila sterline promesso dalla Banca d’Inghilterra.

— Mai!» rispose Gambalesta, che volle rialzarsi e ricadde, sentendo che la ragione e le forze lo abbandonavano insieme.

«Signor Fix, diss’egli balbettando, quand’anco tutto ciò che mi avete detto fosse vero.... quando il mio padrone fosse il ladro che cercate.... cosa che io nego.... sono stato.... sono al suo servizio.... l’ho visto buono e generoso.... Tradirlo.... mai.... no, per tutto l’oro del mondo.... Io sono di un villaggio dove non si mangia di codesto pane!...

— Rifiutate?

— Rifiuto.

— Facciamo come se non avessi detto nulla, rispose Fix, e beviamo.

— Sì, beviamo!

Gambalesta si sentiva sempre più invadere dall’ubbriachezza. Fix, comprendendo che bisognava ad ogni costo separarlo dal suo padrone, volle finirla. Sulla