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All’amica havendosi a partire da lei.
(Che mal non meritato troppo noce)
Vengo a l’aspetto tuo duro & feroce
Per farti noto la mia dipartentia:
Et poi che muto torno in tua presentia
Con faccia smorta, & annodata voce,
Poi che la lingua lega el duolo atroce,
Ti domandan le lagrime licentia:
Et poi che possederti a me non lice
Peregrinando ando tra gente, & gente
Dando il mio loco a giovin piu felice:
Et ben ch’i sia dal tuo bel volto ahsente
Sempre teco starò cara phenice
Et dove non puo el corpo andrà la mente:
Strambotti acutissimi del preclarissimo Messer Bernardo
Aretino per diversi suggietti composti, & primo
Epitaphio ammirabile di Medea, quando
per amore & sdegno amazzo i
figliuoli & se medesima.
Medea.
Et sia vostra salute el mio dolore
Beltà, stato, thesor, incanti, & herbe,
In me non spenson l’inquieto ardore:
Regina fui, & le stelle superbe
Vinsi co’l verso, ma non vinsi amore,
Perch’io uccisi da l’amore oppressa
Padre, sposo, fratel, figli, & me stessa: