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D’un Carciopho.
A te conviensi el don che m’hai mandato
Perche dal caldo suo immoderato
El ghiaccio del tuo cor sarà destrutto.
Tu dai speme, & quello è verde tutto,
Quel è di speme & tu d’offese armato;
Tu tien fra mille inganni el ver celato,
Et quel fra mille frondi asconde el frutto.
Tu dai fra tanti stratij un favor raro,
Et quel fra tante in qualche foglia al fine,
Ha sapor breve, el resto è tutto amaro.
Tu cresci fra sospir, quel fra ruine,
Et però dammi un presente più charo,
Se salvar vuoi le mie membra meschine:
D’uno Romito.
Constretto m’ha questo habito vestire,
Ma la tua crudelta, tuo sdegni, & ire
Condotto m’hanno a tal disperatione:
Poi che mai mossa t’ha mia passione
E miei pianti, e miei preghi, & mio servire,
Et mille volte è peggio che morire
El sentirsi stracciar senza cagione.
Magra è per ch’ama, & non perche digiuna
La faccia, & questa barba che la serra
Chiede di te vendetta alla fortuna
Gliocchi tengo ogn’hor bassi, & fissi in tera
Accio che amor mai piu con donna alcuna
Possi a mio miser cor far nuova guerra: