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A Madonna Dorothea de li Spannocchi.


L
E cathene che stan con nuova sorte

Rigida Dorothea ne le tue mura,
     Mi fan gran segno & certa coniettura
     De la tua crudeltà estrema & forte,
Come da l’un de canti di tue porte
     Hai fatto porre una cathena dura,
     Fa por da l’altro ancho una sepultura
     L’una servitu mostri, & l’altra morte.
Che poi ch’el ciel sforzar con gliocchi puoi,
     Et bella senza fin, senza fin cruda,
     Pria leghi & puoi uccidi i servi tuoi.
Forza è, che chi in pianto o in cener nuda
     Non vuole esser converso, gliocchi suoi
     Innanzi al tuo conspetto abbassi; o chiuda:


A Giulia del tempo estivo assimigliando
quella al cane celeste.


Q
Uesta mia dea anzi fatal mia stella

Con sue dolci maniere accorte, honeste,
     Fa le mie acerbe voglie, hor liete, hor meste,
     Altera essendo & di merce ribella,
Et proprio assimigliar la posso a quella
     Ch’in fronte al tempo estivo ha el can celeste;
     Che porge a corpi humani ardori & peste,
     Benche fulgida sia lustrante & bella:
Mentre io riguardo a sua belta superna,
     Sento del contemplar tanta dolcezza,
     Che sola el veder lei mia gloria eterna:
Et qual farfalla per sua gran vaghezza.
     Nel lume & nel calor mal si governa,
     Così causa mio mal sua gran bellezza: