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A Madonna Giulia di crudeltà.
Ad una fera beccafichi in cena,
Chi vuol satiar questa tigre terrena
Un mazzo gli presenti d’huomin morti.
Presenti un mar di sospir duri & forti,
O una fonte di lagrime piena,
Una Hidra, una Medusa, una serena,
Un libro pien di mille stratij & torti.
Ne pregar Dio ti guardi da fatica,
Da man di traditori o da ria sorte,
Ma da costei che d’ogni huomo è nimica.
Chi vuol mandar biastemmia estrema & forte,
Al adversario suo perfido dica
Va che possa amar Giulia idest la morte.
A Madonna Ioanna de li Spannocchij.
A le ruine de sassi Tarpei,
Disse a Venere ahime, chi è costei
Che vince te & me con volto adorno?
S’hor non l’uccido, temo, Giove un giorno
Gli dia el mio carro, & tu temer la dei,
Che te sprezzando dara el pomo a lei,
Se al pastor Troian piu fai ritorno.
Rispose Vener lascia ogni ira altera,
Che Romana è, chi nostra luce infesta,
Del mio piatoso Enea progenie vera.
Roma unse con armi el mondo, & questa
S’hor vince el mondo, me & la tua spera
Con gliocchi, parmi la vittoria honesta: