Pagina:Verginia.djvu/9


3

ATTO PRIMO.


Virginia.


D
onna non credo sia sopra la terra

Qual più persegua ogni cielo ogni stella
     Di me ridotta in amorosa guerra
     Semplice, & in esperta damigella
     Amor nel petto mio scolpito serra,
     Una faccia crudel piu ch’el sol bella,
     Et cinto ha per accrescer le mie pene
     Me bassa, & vil d’altissime cathene:

Io d’Hippocrate fisico figliuola:
     Virginia infortunata in sempiterno,
     Amo Alessando che progenie sola
     Fù del Principe invitto di Salerno;
     Et quel che piu mio tristo spirito invola
     E che equale a lui me non discerno,
     Questa è pur cosa horrenda impia & proterva
     Che s’accenda del suo signor la serva:

So ch’io non son a la sua altezza equale,
     Misera lassa io lo conosco & veggio,
     Ma tanto è cieco amor tanto è mortale
     Ch’io vedo & lodo el meglio, & seguo el peggio
     Poi ch’al soccorso mio cosa non vale
     Amor per minor duol la morte chieggio
     Poi che mi sforza questo signor degno
     Con bellezza, virtu, gratia, & ingegno.


A         iij