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T E R Z O. 30

     Che fai di darle un semplice anel d’oro.
     Non ti laveria l’acqua del Danubbio:
     Prin.Portalo Ruffo a quel volto decoro
     Ma non tesser mia tela in steril subbio.
     Fa che doman di notte parli a quella
     Ch’è mio soccorso, mia guida, & mia stella.
 
Ruf.Ecco Gostanza l’anel domandato
     Et se del mio signor vuoi gliocchi e ’l sangue.
     De l’un, de l’altro t’havra contentato
     Soccorri adunque lui che plora & langue,
     Fa non li sia di promessa mancato
     Che ingannato faria qual scaldato angue.
     Gos.Non dubitar, di al tuo signore diletto
     Che quanto io ho promesso havrà l’effetto.

Ruf.Et io per lui quelle gratie ti rendo
     Che render possi a tanto benefitio,
     Et te ricca & beata esser comprendo
     Et lo vedrai, a starne al tuo giuditio
     Ma dimmi a me che tanti passi spendo
               ●Gos.Havrò mai nulla? ●O pazzo & pien di vitio
     Ben ch’io sia vecchia, io vo miglior impresa:
     Ruf.Ancho hai fatto a tuoi di peggiore spesa

Gos.Io son condotta in cieco laberinto
     Et ho del mio honor molta paura:
     Lasciami in casa al mio fratel Giacinto,
     Menar mia figlia ove starà sicura,