Che fai di darle un semplice anel d’oro.
Non ti laveria l’acqua del Danubbio:
Prin.Portalo Ruffo a quel volto decoro
Ma non tesser mia tela in steril subbio.
Fa che doman di notte parli a quella
Ch’è mio soccorso, mia guida, & mia stella.
Ruf.Ecco Gostanza l’anel domandato
Et se del mio signor vuoi gliocchi e ’l sangue.
De l’un, de l’altro t’havra contentato
Soccorri adunque lui che plora & langue,
Fa non li sia di promessa mancato
Che ingannato faria qual scaldato angue.
Gos.Non dubitar, di al tuo signore diletto
Che quanto io ho promesso havrà l’effetto.
Ruf.Et io per lui quelle gratie ti rendo
Che render possi a tanto benefitio,
Et te ricca & beata esser comprendo
Et lo vedrai, a starne al tuo giuditio
Ma dimmi a me che tanti passi spendo
●Gos.Havrò mai nulla? ●O pazzo & pien di vitio
Ben ch’io sia vecchia, io vo miglior impresa:
Ruf.Ancho hai fatto a tuoi di peggiore spesa
Gos.Io son condotta in cieco laberinto
Et ho del mio honor molta paura:
Lasciami in casa al mio fratel Giacinto,
Menar mia figlia ove starà sicura,