Forse linira el duol da cui trafitto
E giorno & notte el miser corpo lasso
Perche la spira ogn’hor, si soave aura
Ch’ogni affannato spirito restaura.
Stendesi el regno mio Parthenopeo
D’Apulia a salti, & di Lucania al monte,
Et ha el mare Adriatico & lo Egeo
Per termin suoi, & Grecia opposta a fronte,
Ma che mi val? se questo dolor reo,
Non tole el regno o le ricchezze pronte?
Conosco ben, ma con mio danno espresso,
Ch’io ho regno & thesor, ma non me stesso.
Italia, Gallia, Germania, & Egitto
Fatto ho cercare, & nel tempio di Giove,
Et dove Alcide sue colonne ha fitto,
La steril Libia, ove mai tuona, o plove
Lo Hidaspe, el Tago, & l’infelice litto
Ove il magno Pompeo perse sue prove
Et non ritrovo ad mia vita meschina
Arte, herba, incanto, ingegno, o medicina:
Prin.O nobil Re in molte adversitate,
Si vede se l’huomo ha molta prudentia:
Quando incurabil sia l’infirmitate
Non ce miglior ripar che patientia:
Ma so che le tue doglie fien curate
Con arte, ingegno, o vecchia esperientia,