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Et perche mai la Regina di Egitto
     Serva vedessin le Romane genti,
     Piglia essempio lettor da quel ch’è scritto,
     Chel regno è nulla se non ti contenti;
     Vissi Anton vino; & mori, morto lui,
     Per esser morta sua qual viva fui:


Semiramis.


Quella ch’a Babillona fè le mura
     Al fratel disse con piatoso aspetto?
     Poi che in un ventre noi giunse natura
     Amor coniunga noi ancho in un letto
     Un ventre, un letto, & una sepoltura
     Mostri come l’ardor nostro è perfetto:
     Et non haver de le leggi terrore,
     Perche a le leggi non subiace amore:


Cupido.


Da humil verme tra l’herbe remote,
     Ne la sinistra man fu punto amore
     Et sentendo el dolor che lo percuote
     Palido, essangue, & perso ogni colore
     Gridava Citherea hor come puote
     Ferir breve animal con tal dolore?
     Disse Vener ridendo, tacci hormai,
     Et tu che pcciol sei che piaghe fai?


Niobe.


Niobe, son: legga mia sorte dura
     Che misero è, & non chi mai si dolse,
     Sette, & sette figliuol mi die natura
     Et sette, & sette un sol giorno mi tolse,


Poi fu