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colo di uscirne colle ossa rotte, dalla sua entrata trionfale. Ma il reverendo, furbo, lasciò la banda ad aspettarlo fuor del paese, e a piedi, per le scorciatoie, se ne venne pian piano alla casa del parroco, dove fece riunire i caporioni dei due partiti.

Come quei galantuomini si trovarono faccia a faccia, dopo tanto tempo che litigavano, cominciarono a guardarsi nel bianco degli occhi, quasi sentissero una gran voglia di strapparseli a vicenda, e ci volle tutta l’autorità del reverendo, il quale s’era messo per la circostanza il ferraiuolo di panno nuovo, per far servire i gelati e gli altri rinfreschi senza inconvenienti.

— Così va bene! — approvava il sindaco col naso nel bicchiere, — quando mi volete per la pace, mi ci trovate sempre.

Il delegato disse infatti ch’egli era venuto per la conciliazione, col ramoscello d’ulivo in bocca, come la colomba di Noè, e facendo il fervorino andava distribuendo sorrisi e strette di mano, dicendo