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diceva dal canto suo compare Nino, mentre gli lavavano all’osteria il viso tutto sporco di sangue. — Una manica di pezzenti e di poltroni, in quel quartiere di conciapelli! Quando m’è saltato in testa d’andare a cercarmi colà l’innamorata dovevo essere ubbriaco.
— Giacch’è così! — aveva conchiuso il sindaco — e non si può portare un santo in piazza senza legnate, che è una vera porcheria, non voglio più feste, nè quarantore! e se mi mettono fuori un moccolo, che è un moccolo, li caccio tutti in prigione.
La faccenda poi s’era fatta grossa, perchè il vescovo della diocesi aveva accordato il privilegio di portar la mozzetta ai canonici di San Pasquale, e quelli di San Rocco, che avevano i preti senza mozzetta, erano andati fino a Roma, a fare il diavolo ai piedi del Santo Padre, coi documenti in mano, su carta bollata e ogni cosa; ma tutto era stato inutile, giacchè i loro avversari del quartiere basso, che ognuno se li rammentava senza scarpe ai piedi,