Pagina:Verga - Vita dei campi, Treves, 1897.djvu/194


— 181 —

basto della mula. — Levati di lì, paneperso! — gli urlò il fattore, — che non so chi mi tenga dallo stenderti per terra accanto a quel puledro che valeva assai più di te, con tutto il battesimo porco che ti diede quel prete ladro!

Lo stellato, non potendosi muovere, volgeva il capo con grandi occhi sbarrati, quasi avesse inteso ogni cosa, e il pelo gli si arricciava ad onde, lungo le costole; sembrava ci corresse sotto un brivido.

In tal modo il fattore uccise sul luogo lo stellato, per cavarne almeno la pelle, e il rumore fiacco che fece dentro le carni vive il colpo tirato a bruciapelo parve a Jeli di sentirselo dentro di sè.

— Ora, se vuoi sapere il mio consiglio, — gli lasciò detto il fattore, — cerca di non farti veder più dal padrone per quel salario che avanzi, perchè te lo pagherebbe salato assai!

Il fattore se ne andò insieme ad Alfio, cogli altri puledri che non si voltavano nemmeno a vedere dove rimanesse lo stellato, e andavano strappando l’erba dal ciglione. E lo stellato rimase