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vai, non si sbandassero, ma andassero uniti lungo il ciglione della strada, dietro la bianca che camminava diritta e tranquilla, col campanaccio al collo. Di tanto in tanto, allorchè la strada correva sulla sommità delle colline, si udiva sin lassù la campana di San Giovanni, che anche nel bujo e nel silenzio della campagna arrivava la festa, e per tutto lo stradone, lontan lontano, sin dove c’era gente a piedi o a cavallo che andava a Vizzini, si udiva gridare: — Viva San Giovanni! — e i razzi salivano diritti e lucenti dietro i monti della Canziria, come lo stelle che piovono in agosto.

— È come la notte di Natale! — andava dicendo Jeli al ragazzo che l’aiutava a condurre il branco, — che in ogni fattoria si fa festa e luminaria, e per tutta la campagna si vedono qua e là dei fuochi.

Il ragazzo sonnecchiava, spingendo adagio adagio una gamba dietro l’altra, e non rispondeva nulla: ma Jeli che si sentiva rimescolare tutto il sangue da quella campana, non poteva star zitto,