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dici riarse dal calvario e dal mulino a vento, rimaneva tuttora qualche branco di pecore, strette in cerchio col muso a terra e l’occhio spento, e qualche pariglia di buoi dal pelo lungo, di quelli che si vendono per pagare il fitto delle terre, che aspettavano immobili, sotto il sole cocente. Laggiù, verso la valle, la campana di San Giovanni suonava la messa grande, accompagnata dal lungo crepitìo dei mortaletti. Allora il campo della fiera sembrava trasalire, e correva un gridìo che si prolungava fra le tende dei treccioni schierate nella salita dei Galli, scendeva per le vie del paese, e sembrava ritornare dalla valle dov’era la chiesa. — Viva San Giovanni!
Santo diavolone! — strillava il fattore, — quell’assassino di Jeli mi farà perdere la fiera!
Le pecore levavano il muso attonito, e si mettevano a belare tutte in una volta, e anche i buoi facevano qualche passo lentamente, guardando in giro, con grandi occhi intenti.
Il fattore era così in collera perchè quel giorno dovevasi pagare il fitto delle chiuse grandi, “come