Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 98 — |
povera ragazza, la quale non c’era avvezza, si sentiva la lingua grossa, e la testa assai pesante. Di tratto in tratto si guardavano e ridevano senza saper perchè.
— Se fossimo marito e moglie si potrebbe tutti i giorni mangiare il pane e bere il vino insieme; — disse Janu con la bocca piena, e Nedda chinò gli occhi, perchè egli la guardava in un certo modo.
Regnava il profondo silenzio del meriggio; le più piccole foglie erano immobili; le ombre erano rade; c’era per l’aria una calma, un tepore, un ronzio di insetti che pesava voluttuosamente sulle palpebre. Ad un tratto una corrente d’aria fresca, che veniva dal mare, fece sussurrare le cime più alte de’ castagni.
— L’annata sarà buona pel povero e pel ricco, — disse Janu, — e se Dio vuole alla messe un po’ di quattrini metterò da banda.... e se tu mi volessi bene!... — e le porse il fiasco.
— No, non voglio più bere; — disse ella colle guancie tutte rosse.