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mamma stando in paradiso non l’era più a carico, era riuscita a farsi un po’ di corredo col suo lavoro. — Fra tutte le miserie del povero c’è anche quella del sollievo che arrecano le perdite più dolorose al cuore!

Nedda sentiva dietro di sè, con gran piacere o gran sgomento (non sapeva davvero che cosa fosse delle due), il passo pesante del giovanotto, e guardava sulla polvere biancastra dello stradale, tutto diritto e inondato di sole, un’altra ombra, la quale di tanto in tanto si distaccava dalla sua. Tutt’a un tratto, quando fu in vista della sua casuccia, senza alcun motivo, si diede a correre come una cerbiatta spaventata. Janu la raggiunse, ella si appoggiò all’uscio, tutta rossa e sorridente, e gli allungò un pugno sul dorso. — To’!

Egli ripicchiò con galanteria un po’ manesca.

— O quanto l’hai pagato il tuo fazzoletto? domandò Nedda togliendoselo dal capo per sciorinarlo al sole e contemplarlo in aria festosa.

— Cinque lire, — rispose Janu un po’ pettoruto.