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il maestro dei ragazzi. 73

salutando il fratello con un sorriso triste d’incurabile.

— Come ti senti oggi, Carolina? — le chiedeva il fratello.

— Meglio, — rispondeva lei invariabilmente.

Intanto il sole sormontava il tetto di faccia alla finestra, come una polvere d’oro, in mezzo a cui balenava il volo dei passeri schiamazzanti. Dietro l’uscio passava lo scampanellare delle capre.

— Vado pel latte -, diceva don Peppino.

— Sì, — rispondeva lei collo stesso moto stracco del capo.

E cominciava a vestirsi lentamente, mentre il maestro, accoccolato col bicchiere in mano, leticava col capraio che gli misurava il latte come fosse oro colato.

Carolina andava a rifare il lettuccio piatto del fratello, dall’altra parte della cortina, rialzandola tutta sulla funicella per dare aria alla stanza, come era solita dire; e si dava a strascicare la scopa per la scuola, adagio adagio,