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il maestro dei ragazzi. 65


Sapevano pure che era un gran cacciatore di donne; da circa quarant’anni, dacchè andava su e giù per le strade mattina e sera, al pari di una chioccia coi suoi pulcini, era sempre col naso in aria, agitando la mazzettina a guisa di uno zimbello, come un vero uccellatore, in cerca di un’innamorata — senza ombra di male — una che lo guardasse ogni volta che passava, e tirasse fuori il fazzoletto quando egli si soffiava il naso; niente di più; gli sarebbe bastato di sapere che in qualche luogo, vicina o lontana, aveva un’anima sorella. Talchè lungo la perenne via crucis di tutti i giorni egli aveva delle immaginarie stazioni consolatrici, delle invetriate che soleva sbirciare dacchè svoltava la cantonata, e che avevano senso e parole soltanto per lui, alle quali aveva visto invecchiare dei visi amati, o scomparirne per andare a maritarsi — egli solo sempre lo stesso, portando una instancabile giovinezza dentro di sè, dedicando