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vagabondaggio. | 49 |
— Te’; ne vuoi? — Ma Grazia si vergognava a dir di sì.
— Io sto con don Tinu, e faccio il merciaiuolo, — aggiunse Nanni.
Ad un tratto egli si fece serio, guardandola fiso.
— Entra! —
La ragazza esitava, intimidita da quegli occhi. Nanni ripetè:
— Entra, ti dico! sciocca! —
E la tirò pel braccio chiudendo l’uscio. Ella obbediva tutta tremante. Poi gli buttò le braccia al collo.
— Tanto tempo che ti volevo bene! —
E ricominciò a narrar la storia del suo misero vagabondaggio; la fame, il freddo, le notti senza ricovero, gli stenti e le brutalità che aveva sofferto; seduta sulla balla della mercanzia, colla schiena curva, le braccia abbandonate sulle ginocchia, ma gli occhi lucenti di contentezza adesso, e una gran gioia che le si spandeva infine sul viso sbattuto e scarno.