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48 vagabondaggio.


Era stata Grazia che era venuta a chiamarlo: — Signore don Tinu, vi aspettano dove sapete vossignoria. —

Don Tinu esitava, grattandosi la barba. Non che avesse paura, no. Ma quella ragazza allampanata gli portava la jettatura, c’era da scommettere. Lei intanto rimaneva sull’uscio della bottega, sorridendo timidamente, col viso nella mantellina rattoppata. Nanni che da un pezzo non la vedeva, le disse:

— O tu come sei qui?

— Son venuta a piedi, — rispose Grazia, tutta contenta che le avesse parlato. — Son venuta a piedi da Scordia e Carlentini, perchè laggiù morivo di fame. Ora fo i servizi a chi mi chiama. —

S’era fatta grande, tanto che la vesticciuola sbrindellata non arrivava a coprirle del tutto le gambe magre; colla faccia seria e pallida di donna fatta che ha provato la fame: e due pesche fonde e nere sotto gli occhi.

Nanni che stava leccando col pane il piatto di don Tinu le disse: