Pagina:Verga - Vagabondaggio.djvu/321


lacrymæ rerum 313

siane; e la luce che passava fra le stecche ne indorava i capelli biondi, poi si stampava sul muro della casa dirimpetto in strisce lucenti, come un faro. Dopo alcuni minuti un passo frettoloso e guardingo si udiva nella via, l’ombra della testa bionda appariva rapidamente dietro le persiane, e la finestra si chiudeva. Una sera, nell’alto silenzio, squillò all’improvviso una scampanellata minacciosa. Si videro delle ombre correre dietro le tende all’impazzata, e le stanze illuminarsi rapidamente una dopo l’altra. Indi un silenzio d’attesa profondo, nel quale risonarono a un tratto delle strida di terrore e degli urli di collera.

I vicini corsero alle finestre, col lume in mano. Ma il quartiere era tornato silenzioso, soffocando i dolori o le collere che racchiudeva fra le sue tappezzerie sontuose. Le finestre rimasero chiuse per un gran pezzo, e allorchè si riaprirono, entrarono nelle stanze i muratori che demolivano la casa, per far luogo alla strada nuova, la quale passava di là.