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276 nanni volpe.


— Ehi, ehi, Carmine, cosa le hai fatto a tua zia, birbante?

— Perchè non lo cacciate via a pedate quel fannullone?

— Eh, eh, bisogna averci un uomo in casa, ora che sono inchiodato al letto.

— Vedrete! vedrete! Un giorno o l’altro vi fa fare la morte del topo, per non lasciarvi il tempo di rifare il testamento. Vi dà il tossico, com’è vero Dio!

— O tu che ci stai a fare allora, se non mi guardi la pelle e i tuoi interessi? —

Sempre quell’affare del testamento, che Carmine n’era contento, così come gli aveva detto lo zio, e la moglie no; e Nanni Volpe fra i due non trovava modo di rifarlo, diceva ogni volta che si sentiva peggio; sicchè Raffaela, al veder che se ne andava di giorno in giorno, ormai tutto una cosa gialla col berretto di cotone, si mangiava il fegato dalla bile, e si sentiva male anche lei, tanto che infine glielo disse chiaro e tondo in faccia a Carmine stesso, il quale