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nanni volpe. 275

al marito, a curarlo, a prevenirgli ogni suo desiderio e ogni malanno. Il vecchio le diceva:

— Fai bene, fai bene. Perchè se mi accade una disgrazia prima che io abbia avuto il tempo di rifare il testamento, è peggio per te. —

E si lasciava cullare e lisciare, e mettere nel cotone, e ci stava come un papa.

— Un giorno o l’altro, — diceva sempre, — se il Signore mi dà tempo, voglio rifare il testamento. Ho lavorato tutta la vita; ho fatto suola di scarpe della mia pelle; ma ora ho il benservito. Tutto sta ad avere il giudizio per procurarsi il benservito. —

Il solo fastidio che gli fosse rimasto, in quella beatitudine, erano le liti continue fra Carmine e la zia. Strilli e botte da orbi tutto il giorno, e non poteva neppure alzarsi per chetarli.

Alle volte Raffaela compariva tutta arruffata, sputando fiele, col sangue che le colava giù dal naso, mostrando gli sgraffi e le lividure:

— Guardate cosa m’ha fatto, quell’assassino!