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nanni volpe. 273


Raffaela uscì di casa inferocita, giurando che andava a citare suo marito dinanzi al giudice per avere il fatto suo, e voleva farlo morir solo e arrabbiato come un cane.

— Non importa! — disse Carmine, il nipote. — Se mi volete, ci resto io a curarvi che sono sangue vostro.

— Bravo! — rispose Nanni. — E ti guarderai i tuoi interessi pure. —

Però Raffaela in casa della mamma fu accolta come un cane che viene a mangiare nella scodella altrui.

— Non hai la tua casa adesso? Non sei già maritata? Che vuoi qui? —

Essa voleva almeno gli alimenti dal marito. Ma Nanni Volpe sapeva il codice meglio di un avvocato.

— L’ho forse cacciata via di casa? — rispose al giudice. — La porta è aperta, se vuol tornare, lei. —

Carmine badava a dirgli che faceva uno sbaglio grosso a mettersi di nuovo la moglie