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266 | nanni volpe. |
guardando la zia cogli occhi di gatto. Un giorno, per toccarle il cuore, arrivò a dirle:
— Così bella e giovane come siete, è un vero peccato che non ci sia la volontà di Dio!
— O a te che te ne importa? —
Carmine ci pensò su un momento, e poi rispose, fregandosi le mani:
— Vorrei essere nella camicia dello zio Nanni, e vi farei vedere se me ne importa!
— Zitto, scomunicato! O lo dico a tuo zio, i discorsi che vieni a farmi, sai!
— Me lo date dunque cotesto fiasco di vino?
— Sì, per levarmiti dai piedi. Non dir nulla a compare Nanni però. —
Carmine, finalmente, trovato ora il tasto che bisognava toccare, quando aveva bisogno di qualcosa, tornava a dire alla zia:
— Siete bella come il sole. Siete grassa come una quaglia. Il Signore non fa le cose bene, a dare il biscotto a chi non ha più denti. —
La zia Raffaela si faceva rossa dalla bile, lo sgridava come un ragazzaccio che era, e