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nanni volpe. | 263 |
— Se non riesce bene una moglie come questa vuol dire che non c’è più nè santi nè paradiso! —
E Carmine, suo cugino alla lontana, che lo chiamava zio per amor della roba, ed ora gli toccava anche mostrarsi amabile con lei che gli rubava il fatto suo, diceva alla zia, ogni manciata di confetti che abbrancava:
— Avessi saputo la bella zia che mi toccava!... Vorrei pigliarmi gli anni e i malanni di mio zio, stanotte! —
Chiusa la porta, quando tutti se ne furono andati, compare Nanni condusse la sposa a visitare le stanze, il granaio, sin la stalla, e tutto il ben di Dio. Dopo posò il lume sul canterano, accanto al letto, e le disse:
— Ora tu sei la padrona. —
Raffaela, che sapeva dove metter le mani, tanto gliene aveva parlato sua madre, chiuse gli ori nel cassetto, la veste di lana e seta nell’armadio; legò le chiavi in mazzo, così in sottanina com’era, e le ficcò sotto il guanciale.